Arduino e Clelia
Tutto è cominciato quando nostra figlia, giovane mamma di una bimba di un anno e mezzo e ancora in fase di allattamento, è stata ricoverata per complicanze dovute ad una malattia autoimmune. Durante quel ricovero, le è stata diagnosticata una malattia ancora più importante, per la quale non si sapeva se avesse potuto sopravvivere; i medici ci dicevano che tutto dipendeva da come avrebbe reagito alle cure, nei sei mesi previsti di ospedalizzazione. Quando venivamo a conoscenza di vicende simili, vissute da altre persone, ne sentivamo dispiacere, ma nello stesso tempo non pensavamo potessero accadere anche nella nostra famiglia. E così, da un momento all'altro, ci siamo trovati a stravolgere la vita. Nello smarrimento iniziale chiedi:” perché Signore a mia figlia, non potevi darla a me questa prova?” Ma il disegno di Dio era diverso. Non ci siamo ribellati e abbiamo accolto anche il dolore e le lacrime versate, nel vedere soffrire nostra figlia sia per il distacco dalla sua creatura che per il male fisico, a volte, al limite della sopportazione. Ci sentivamo impotenti. Ci siamo chiesti quale fosse il nostro compito di genitori, in questa dolorosa situazione. La risposta l'abbiamo trovata nella fede. Abbiamo sperimentato come, partecipare ogni domenica alla s. Messa nella chiesa di Gesù Cristo dell'universo, la nostra chiesa, ricevere Gesù Eucarestia e vivere nella comunione con tutti i nostri fratelli, quando noi ci sentivamo deboli, ci desse la forza. Così abbiamo potuto affrontare le prove, e portare a nostra figlia la speranza e la pace interiore. Proprio in quello stesso periodo, in cui iniziò la malattia di nostra figlia, nostro figlio assunse un nuovo impegno lontano da casa. Possiamo testimoniare che, mai come in quel tempo, ci siamo sentiti vicini: la sua offerta a Dio, unita al nostro compito, ha aperto strade nuove e ci sono stati cambiamenti importanti in tutti noi. Abbiamo sentito come Dio guida, ci precede, ci sostiene e si glorifica in ogni prova e in ogni situazione.