Ascolto
L'ascolto. É importante fin da bambini essere educati ad ascoltare il corpo, l’anima e lo spirito nel rispetto
dell’originalità di ognuno, cioè con la consapevolezza che le caratteristiche del fisico, dell’anima e dello spirito sono diverse in ogni persona e di conseguenza lo saranno anche le esigenze.
Ascolto del corpo. Il corpo percepisce la sensazione di caldo, freddo, sete, fame, sonno, stanchezza, emozioni ecc. e coglie gli stimoli che provengono dall’anima e dall’ambiente esterno. Imparare ad ascoltare tutto ciò, con la consapevolezza che ognuno è originale, permette di vivere in modo più equilibrato, di prevenire l’insorgenza di alcune malattie ed insegna a essere responsabili del nostro stato di salute. Tutto ciò deve avvenire senza eccedere, per non rischiare di ripiegarsi su se stessi o di dare troppa importanza al solo benessere fisico.
Ascolto dell’anima. Ogni anima è originale e come tale deve essere rispettata. Come detto nella prefazione il corpo e lo spirito comunicano con l’anima e viceversa. Anche gli stimoli che provengono dall’esterno arrivano, attraverso i sensi del corpo, all’ anima procurando dolore o piacere. È importante quindi anche per l’ anima, come per il corpo, comprendere ciò che è positivo e ciò che la danneggia.
Ascolto dello spirito. Nello spirito si incontra Dio Trino ed Uno ed agisce lo Spirito Santo. Ogni giorno, entrando nel silenzio, è possibile ascoltare quanto lo Spirito Santo comunica ed entrare nella profondità della relazione con Dio. È importante che la preghiera personale segua l’originalità di ogni spirito, le esigenze legate alla progressione nella fede di ciascuno e non sia ostacolata da rigidi schemi; così una persona sentirà il bisogno di recitare quotidianamente più rosari, un’altra di pregare la liturgia delle ore, una terza di incontrare Dio nel silenzio e una quarta passeggiando nella natura.
Vediamo ora alcuni periodi della vita in cui è particolarmente importante sapersi ascoltare:
Ascolto nell’infanzia. I bambini sono più liberi ed aperti degli adulti e, se educati con fiducia verso Dio e loro stessi, accompagnati ma non soffocati, sono in grado di cogliere quanto necessitano, di riconoscere le situazioni sane e quelle pericolose, di capire i ritmi quotidiani adatti al loro fisico ed al loro spirito, di svolgere attività proprie alla loro originalità. Spesso gli educatori, invece di assumere un atteggiamento di ascolto rispettoso, impongono il loro modo di essere, trasmettono le loro paure, le loro insicurezze, impedendo ai bambini di esprimere quanto percepiscono.
Ascolto nell’adolescenza. Gli adolescenti sono sottoposti ad un bombardamento di ormoni e di mode; è assai importante accompagnarli nel riconoscere la loro originalità, nel capire le modificazioni del loro corpo e coglierne il senso, nel percepire che la loro anima è in continua evoluzione e che, anche in questo periodo così delicato e difficile, lo Spirito Santo comunica al loro spirito e li indirizza verso il bene e verso la strada prevista per loro da Dio.
Ascolto nella vecchiaia. Nella vecchiaia il corpo si modifica ed accettando questa evoluzione come dono di Dio, si arriva a comprendere che anche questa fase della vita può essere bella e serena, se vissuta correttamente. L’atteggiamento giusto è quello di accogliere con semplicità i limiti dati dall’età, vivendo ritmi ed attività consoni ai cambiamenti in atto, pronti ad aprirsi a nuove esperienze. Nelle persone anziane spesso si manifestano molte paure quali quella delle malattie o di non essere più all’altezza delle situazioni o di essere un peso per i parenti; dalla nostra esperienza, però, è la paura della morte, da cui ne scaturiscono altre, quella più presente, ed è un fardello pesante da portare. È importante, dunque, aiutare un anziano ad ascoltarsi perché possa dare un nome a questa paura, la possa condividere e soprattutto la possa consegnare a Dio.
Ascolto nella gravidanza. Troppo spesso la gravidanza è vissuta come una patologia: esami e visite ad oltranza, farmaci , ansie accompagnano le donne incinte ed hanno sostituito l’ascolto della relazione tra mamma e bambino. Anche in gravidanza la donna può cogliere i segnali di disagio e di benessere trasmessi sia dal corpo e/o dall’anima, sia dal figlio; sarebbe importante aiutarla a capirli, prima di un intervento medico /farmacologico.
Es.: In una donna al 6’ mese di gravidanza insorgono delle contrazioni. In una situazione fisiologica come la gravidanza ciò non dovrebbe accadere e quindi possiamo considerarlo come un messaggio del corpo che segnala un disagio ,quale eccessiva stanchezza o difficoltà di coppia o di relazione col bambino. Un intervento esclusivamente farmacologico non permetterà alla donna di capire il problema che, presumibilmente, si ripresenterà con altri sintomi o modalità.
Anche nella quotidianità è necessario sapersi ascoltare.
Ogni giorno, in ogni situazione si può capire se, quanto si sta vivendo è adatto all’originalità del proprio corpo, della propria anima e del proprio spirito e se si sta conducendo una vita sana. Riflettiamo su alcune situazioni.
La stanchezza. Viviamo in una società in cui il riposo è considerato debolezza e la malattia non è permessa, mentre è opportuno ascoltare la stanchezza che il corpo comunica e nell’ambito del possibile, riposare; ignorarla, alla lunga, indebolisce il fisico facilitando l’insorgenza di malattie. E’ esperienza comune, ad es., prendere l’influenza in seguito ad un periodo di stress ed anche sviluppare delle complicazioni se non ci si prende il tempo necessario per guarire.
Il sonno. Ognuno di noi ha un proprio ritmo di sonno–veglia che deve possibilmente essere seguito senza forzature . Pur con la consapevolezza che sono le ore notturne quelle da dedicare al riposo e che è necessario dormire ogni giorno, possiamo affermare che non tutti necessitano di dormire lo stesso numero di ore e negli stessi orari. Spesso chi si ostina a non seguire le esigenze del fisico sviluppa disturbi del sonno.
L’alimentazione. In questo campo c’è molta confusione ed è facile lasciarsi condurre dalle mode del momento che spesso si contraddicono. Una dieta sana deve essere equilibrata e deve introdurre un po’ di tutto senza eccedere in nulla. Anche nel caso dell’alimentazione è importante sapersi ascoltare. Chi è abituato fin da bambino può capire quanto e quale cibo richiede il suo fisico. Infatti la dieta di ciascuno deve seguire anche le caratteristiche del singolo individuo, le attività che svolge e le diverse fasi della vita. Sottoporsi ad una alimentazione non adatta alla specificità del proprio corpo o seguire diete rigide indebolisce il fisico e facilita l’insorgenza di patologie. Spesso si incorre in questo errore anche per seguire delle pratiche religiose ma una persona sana in Dio può capire quali rinunce è possibile fare senza danneggiare la salute.
La sofferenza. É diventata quasi una consuetudine assumere psicofarmaci quando si vive un momento doloroso e spesso senza che, chi soffre abbia avuto la possibilità di essere veramente ascoltato. In questo caso il farmaco darà la sensazione di stare meglio ma non permette di accogliere la sofferenza ed elaborarla. Se ciò non avviene e se la prova non viene consegnata a Dio, la sofferenza non potrà essere cancellata dall’ anima e potrebbe manifestarsi in un altro modo, magari con una malattia. Dobbiamo invece essere consapevoli e credere che una prova consegnata al Signore, permette allo Spirito Santo di toccare l’anima con il suo amore e di guarirla: in questo modo chi vive una situazione dolorosa non solo non ne sarà schiacciato ma può essere trasformato in creatura nuova.
Le emozioni. Nell’arco della giornata si vivono molte situazioni che risvegliano delle emozioni. A seconda della persona vengono percepite dal fisico in modo diverso e vengono trasmesse all’anima. Ascoltare un’emozione e saperle dare un nome, permette di svilupparsi in modo armonioso ed autentico . Abbiamo notato in alcuni pazienti che non accettavano di provare dei sentimenti negativi, avevano sviluppato dei disturbi d’ansia . Altri invece, confondevano la santità con l’ enfatizzazione di sensazioni piacevoli e di benessere. Accogliendo le emozioni presentandole a Dio, cercando di essere integri di fronte a Lui, riconoscendoci creature limitate, stando aperti all’azione dello Spirito Santo ,Gli permettiamo di trasformarci.
Anche gli stimoli esterni agiscono sul corpo e sull’anima, è importante discernere tra quelli benefici e quelli dannosi, sapendosi ascoltare con attenzione ed in profondità e senza seguire le mode del momento. In modo particolare la luce, il calore ed il suono –vibrazione sono molto importanti per l’individuo.
La luce naturale è fondamentale per il corpo ed è anche importante per l’anima, perché è irradiazione della luce di Dio. Pensiamo quindi, quanto sia innaturale stare in luoghi alimentati solo da luce artificiale, magari associata a musica assordante. Ad es. é esperienza comune provare stanchezza o agitazione dopo avere trascorso del tempo nei centri commerciali ed invece essere invasi da pace e benessere dopo una passeggiata nella natura.
Il calore è molto importante per il corpo il calore emanato dal sole ma dobbiamo sapere che esiste anche il calore proveniente dall’anima, che è dato dalla presenza dello Spirito Santo in noi. Il calore che ci giunge dall’esterno e quello che ci giunge dall’anima possono armonizzarsi tra loro e rendere più stabile la temperatura corporea.
Il suono arriva al corpo ma anche all’anima dell’uomo e su entrambi agisce. Quello necessario all’uomo è la Parola di Dio, ma esistono anche altri suoni che possono essere di nutrimento quali la musica sacra o il canto degli uccelli, al contrario esporsi a suoni negativi – ad es. la musica rock - è pericoloso perché crea tensione nel corpo e soprattutto chiude la memoria dell’anima all’immagine di Dio.
Affronteremo la malattia in modo completo prossimamente ma in questa sezione sull’ascolto riteniamo opportuno farne un accenno.
Quasi sempre la malattia è un modo del corpo di segnalare un disagio fisico o spirituale: uno stile di vita portato all’eccesso o non adatto all’originalità della persona, oppure un conflitto non risolto o una sofferenza vissuta in profonda solitudine o/e non consegnata a Dio, che lasciano delle ferite nell’anima .
Es.: un uomo perde il lavoro e ciò causa in lui sofferenza ed umiliazione magari vissute nella solitudine e non completamente consegnate a Dio. Questa sofferenza si imprimerà nella sua anima e, se da qui non viene rigenerata dallo Spirito Santo, potrebbe essere manifestata dal corpo attraverso una malattia.
A volte un disturbo non collegabile ad alcuna causa evidente, può essere determinato da una trasmissione genetica spirituale legata alle radici spirituali dei propri antenati. In questo caso il medico suggerisce al paziente di pregare per le proprie radici e lo accompagna insieme al sacerdote.